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Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

6. Sulle Teorie di Vilfredo Pareto (cenni)

Delle quattro teorie del Trattato di Sociologia Generale di Pareto ne prendo in considerazione tre: sulle “Azioni non logiche”; sui “Residui” e sulle “Derivazioni”, mentre accenno appena alla “Forma generale della società” perché l’oggetto del mio scrivere è già orientato verso forme specifiche di società.
(In corso di revisione)
Pareto ha posto le basi per una ricerca storica analitica sui processi che agitano sentimenti e stimoli emotivi (Residui) che oscillano da una logica egoistico - autoreferenziale a un’altruistica e aperta alle esigenze dell'Altro, mentre la verbalizzazione e la giustificazione di tali processi rappresentano le teorie e le ideologie attuate per accettarli (Derivazioni).
Tanto la teoria dei Residui quanto quella delle Derivazioni non trovano una definizione biunivoca perché trattasi di materia dove, in entrambi i casi, possono rilevarsi delle costanti sulle quali possono farsi considerazioni quantitative in fase di analisi delle Azioni degli uomini.
Delle quattro teorie del “Trattato di Sociologia Generale” di Pareto (Trattato, nel prosieguo) ne prendo in considerazione tre sulle “Azioni non logiche” già esaminate nel capitolo precedente; sui “Residui” e sulle “Derivazioni”, mentre trascuro quella sulla “Forma generale della società” in quanto l’oggetto del mio scrivere è già orientato verso forme specifiche di società.
Parimenti, nella esposizione, trarrò dal Trattato i soli argomenti che formano il contenuto delle Tab B, E e parte della C, mentre una sintesi assai più completa della sua opera la riporto in appendice.
Pareto, nell’enunciare le sue teorie, non distingueva le Sensazioni che stimolano gli Istinti, dai Sentimenti che formano le Intenzioni. Il motivo è che egli non intese invadere un campo di ricerca non suo, cioè quello degli psicologi. Egli, piuttosto, orientò l’attenzione sull’Impulso generante l’Azione chiamandolo Derivata come fosse la parte incrementale di una forza applicata alla funzione generante un evento: un atto conforme alla moda, un rito religioso, una tradizione, una commemorazione ecc. La Derivata si integra nel Prodotto che dona Benessere, mentre il Bisogno stimola il Generatore del Processo dello scorrere degli eventi già   attivato dalle Derivazioni - prodotte dalla Ragione nel ciclo delle Sensazioni - con i Sentimenti propri della comunità di appartenenza. I Residui sono gli atti e comportamenti costitutivi delle tradizioni, degli usi e dei costumi formanti l’assetto culturale della collettività. (Mi si perdonino i periodi concettosi che appariranno più chiari altrove; qui preme spiegare tre delle cinque teorie sociologiche  di   Pareto e non attraverso la loro applicazione, come in troppi hanno tentato di fare creando mostruosi pasticci).

Le Azioni non logiche
Vilfredo Pareto pone l’accento sulle Azioni Non logiche distinguendole dalle Azioni logiche per l’essere il loro Fine oggettivo non identico al Fine soggettivo.
Le Azioni logiche non presentano particolare interessa per la sociologia in quanto, ove condotte tra gruppi poco scossi dalla reattività sociale, tendono a formare equilibri saldamente ancorati alla coincidenza dei fini oggettivi con quelli soggettivi, che solo grandi cambiamenti riescono a rompere.
Nelle Azioni non logiche, invece, il fine oggettivo spesso differisce dal fine soggettivo da chi le compie: da un Primo genere in cui si pongono in essere manovre inadeguate per ottenere un certo risultato, a un Quarto genere in cui il soggetto fa i gesti giusti in modo conscio per un fine che può anche rivelarsi diverso da quello sperato.
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Osservando la tabella A nella pagina successiva, e svolgendo gli esempi che vi sono raffigurati, si evincono i vari profili comportamentali dell’agire umano.
In realtà, tutte le Azioni, indipendentemente dalla loro complessità, producono un effetto e la loro efficacia si misura nella predittività in termini di risultati.
Al § 152 del Trattato di sociologia generale[1] (Trattato nel prosieguo), Pareto sostiene che le azioni logiche sono molto numerose presso i popoli civili. Le operazioni delle arti e delle scienze, almeno per le persone che conoscono queste o quelle, appartengono a tale classe; per gli esecutori materiali di tali operazioni, i quali non fanno altro che eseguire gli ordini dei loro capi, vi sono azioni della 2a classe, IV genere. Le azioni studiate dall'economia politica appartengono anch'esse, in grandissima parte, a quella classe. Vi si deve mettere inoltre un certo numero di operazioni militari, politiche, giuridiche, ecc.”.



Sono Logiche, soggettivamente quanto oggettivamente, solo le Azioni di Prima classe e di Seconda classe - quarto genere: in entrambi i casi, il soggetto agisce consciamente con la mira di ottenere il risultato sperato. Le altre, situate nelle zone gialle sono NON logiche per il soggetto o per’oggetto o per entrambi.
Secondo i termini adottati dagli psicologi Keith Stanovich e Richard West adattati da Daniel Kahneman in Pensieri lenti e veloci (Mondadori - 2015) gli atti sono compiuti secondo due etichette:
Sistema 1. Proprio di chi opera in fretta, senza impegnare la mente o con poco e nessuno sforzo e nessun senso di controllo volontario;

Sistema 2. Indirizza l’attenzione verso le attività mentali impegnative che richiedono focalizzazione, come i calcoli complessi. Le operazioni del sistema 2 sono molto spesso associate all’esperienza soggettiva dell’azione, della scelta e della concentrazione.

Tenendo conto della classsificazione di entrambi, Pareto (sociologo) formò le due classi di azioni, mentre Keith Stanovich (psicologo) le raggurppò in due sistemi. Ritengo di essere nel giusto se considero l’appartenenza al Sistema 1 le Azioni di seconda classe, e al Sistema 2 quelle di prima classe e seconda classe limitatamente ai generi 3 α e β e 4 α e β.
Credo che queste considerazioni creino la cerniera tra l’individualità e la socialità degli Uomini che diventano Persone quanto più le loro azioni si qualificano passando dalla Classe II - generi 3à3αβà 4à4αβà alla Classe I. Questa osservazione sarà fondamentale nel considerare il processo storico di emancipazione umana alla fine di questo libro, e la cui immagine figura in copertina.
Secondo questa classificazione, le Azioni di Prima classe, per le Persone che abbiano una dimestichezza scientifica e tecnologica adeguata, ricadono nel sistema 1 perché non richiedono impegno e si compiono con sicurezza; mentre quelle di Seconda classe - Quarto genere richiedono grande impegno con maggior rischio di errore ricadono nel sistema 2.
Direi che l’efficacia operativa di una Persona si misura, oltre che per saper usare cose appropriate, anche per la capacità di valutare il rischio in modo da rendere accettabile il rapporto tra il dispendio di energie e l’utilità che corrisponde all’importanza del risultato che vuole ottenere.
La caratteristica comune della Azioni non logiche consiste nel diverso grado di consapevolezza che il soggetto esprime nell’applicarsi senza alcun rapporto con le risorse che effettivamente consuma. Infatti, la tabella evidenzia in livelli di lumisotà gialla le tessere del Genere 1°, 2° e 3° nel sistema 1, coll’oro il Genere 4°, con l’Arancio il Genere 3αβ e con il salmone il Genere 4αβ.
Le Azioni di Classe I sono colorate di rosa carico nel senso che il Processo di scelta segna un percorso che non conosce ideologie, ma teorie scientifiche, riducendo al minimo i Residui paretiani cui ho accennato in precedenza a pag. 54. Lo scopo di distinguere le Azioni compiutamente intraprese dal soggetto per seguire un percorso aderente al progetto, da quelle in cui le Azioni non sono sotto controllo della Coscienza. In queste aree, in base alla tecnologia a disposizione, si possono valutare, sotto il profilo strategico, l’idoneità delle tattiche usate e il Rischio ambiente complessivo nell’attuarle.
Il Rischio si dà per minimo nelle zone rosa carico. Indeterminabile ma ridotto, nella zona salmone e alto nelle altre zone.
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Le Azioni di Seconda classe – Primo e Terzo Genere, nelle celle colorate salmone e giallo, sono le più praticate, e le più interessanti per la sociologia. Quelle rosa, come detto in precedenza non interessano, ma sono l’ossatura sulla quale si fondano le civiltà-
Basti solo pensare all’abitudine di mettersi la cravatta, per avere la certezza di non trovare un motivo razionale nel seguire questa moda plurisecolare, se non in una mera prassi per omologarsi. Di secondo genere, si fanno tante cose giuste consciamente, per ottenere, sconsideratamente, risultati opposti a quelli che si sperano.
Un concentrato di queste azioni potrebbe essere raffigurato dal Signor Giocondo che si reca al casinò, in smoking e farfallino sul cache col, alla guida della propria auto, per giocare alla roulette tutti i suoi averi sul numero 36 secco. Fa gesti (vestirsi in modo appropriato, uscire da casa, avviare il motore dell’automobile, fermarsi ai semafori, parcheggiare, entrare nel locale, cambiare i gettoni … e giocare!) per ottenere un successo molto improbabile che comunque gli cambierà l’esistenza in peggio!
Giocondo è un po’ in tutti noi, e vive anche nella persona più prudente e previdente del mondo: come Furio, l’esilarante personaggio nel film Bianco rosso e Verdone.[2]
Concludo coll’affermare che il Progetto di una Persona è tanto più efficiente quanto più riuscirà a prevedere il risultato secondo le modalità proprie della Seconda Classe - Generi II e IV, quanto queste sapranno orientarsi attraverso la conoscenza, la sperimentazione e la determinazione nell’affrontare il rischio.
Credo di essere nel giusto nel considerare le Azioni di IV Genere nell’area della Ragionevolezza, in opposizione alle Azioni di Prima classe da confinare – da sole – in una zona non definibile della stessa area della ragionevolezza che, comunque, non può assumere la denominazione di area di razionalità proprio per non confonderle con quelle non logiche. Questa considerazione è particolarmente importante per comprendere quanto gravoso sia il compito della filosofia nel mostrare l’interrelazione tra apprendere, conoscere e agire.
Al riguardo, si potrebbero fare altre importanti considerazioni su quanto la Persona sia capace di rendersi indipendente integrando le proprie risorse intellettuali con quelle della natura. Ma questa speculazione esula dal mio più modesto proposito di considerare ragionevole ogni azione condotta sul percorso di un progetto.
In un progetto l’insuccesso è esperienza, senza progetto l’insuccesso è fallimento.
Nei diagrammi e nelle tabelle che seguono le zone di efficienza sono raggiunte nelle aree e celle nei colori da crema pelle a magenta, quelle di inefficienza nei colori[3], dal magenta al nero.





[1] Edizione critica a cura di Giovanni Busino (Volumi I – IV – UTET – Torino 1988)
[*] Alla tabella ricavata da pag 147 del trattato ho aggiunto le due colonne di destra. Gli esempi dal 2° al 4° genere sono dedotti in sintesi dal testo. “La maggior parte … della pretesa missione di un popolo o di un uomo, appartengono al 4° genere”, scrive Pareto a pag. 160, alludendo al re di Prussia Guglielmo I e all’Imperatore dei francesi Napoleone III “che si ritenevono ambedue provvidenziali. Ma il primo credeva che la sua nissione fosse fare il bene, il secondo credeva di essere destinato a fae il bene dell’umanità.
[2] Film comico road movie dell’81 ambientato in Italia durante un fine settimana elettorale
Le Derivazioni

Le Derivazioni sono teorie o argomentazioni che gli uomini sentono necessario esprimere nell'interagire tra loro per dare una motivazione ai loro atti. 
Al riguardo Pareto dispone le teorie secondo l'indole delle loro dimostrazioni, separandole in due tipi:
  • nel primo, contraddistinto con le lettere A, B,C, il nesso consta solo di conseguenze logiche dei fatti,
  • nel secondo, contraddistinto con lettere a,b,c, vi si aggiunge qualcosa che trascende dall'esperienza, un qualche concetto di necessario, di doveroso, o altro simile. 
Infine, occorre considerare le proposizioni in cui il nesso logico è ridotto a poco o nulla che sono semplici descrizioni o narrazioni. Le teorie sono quindi costituite da tre generi di proposizioni (§ 523)

  •  1° genere: proposizioni descrittive (§ 525)
  •  2° genere: proposizioni che affermano un'uniformità sperimentale (§ 526);
  •  3° genere: proposizioni che aggiungono qualcosa all'uniformità sperimentale o la trascurano (§ 574).
Inoltre, le teorie - che hanno sempre un autore - assumono tre aspetti (§541):

  •  1° aspetto: quello dell'autore che riflette il suo profilo psichico e come la pensa (personale);
  • 2° aspetto: ciò che l'autore vuol dire da considerare quando è possibile stabilire una relazione discretamente precisa tra la testimonianza che reca e una realtà oggettiva (impersonale oggettivo);
  • 3° aspetto: ciò che hanno capito gli uomini di una determinata collettività in un tempo determinato (persone che prendono conoscenza del testo considerato).
Per ultimo distingue le teorie in due specie (§§ 803-804):

  •  quelle della scienza logico sperimentale, - del 2° genere - nelle quali (C) sono gli elementi costanti che possono essere decomposti in una parte (A) costituita da principi fondamentali, descrizioni e da affermazioni sperimentali e da una parte (B) costituite da deduzioni logiche alle quali pure si aggiungono principi e descrizioni sperimentali adoperati per trarre le deduzioni dalla parte (A);
  • quelle dell'esperienza non scientifica, ove ha parte il sentimento - anche queste del 2° genere - nelle quali anche le cose (c) sono gli elementi costanti che, analogamente alle cose (C), possono essere decomposte in una parte (a) costituita dalla manifestazione di certi sentimenti, e in una parte (b) costituita analogamente da ragionamenti logici, sofismi e da altre manifestazioni adoperate per trarre deduzioni che trascendono dall'esperienza o che sono pseudo - sperimentali ... dove è ben raro che gli autori distinguano con sufficiente chiarezza le parti (a) e le parti (b).
Per tal modo vi è corrispondenza tra (A) e (a), (B) e (b) e (c). Le teorie scientifiche sperimentali (C) non interessano la sociologia.
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Occorre tener presente che ogni teoria tratta un certo numero di costanti che interagiscono con delle variabili.
Nelle scienze sociali, questo fenomeno è poco appariscente e la tendenza comune è confondere le une con le altre.
Ciò succede, ad esempio, quando si crede di ottenere il massimo di qualcosa col minimo di qualcos’altro. Nel qual caso occorre decidere quale sia la variabile: il qualcosa o il qualcos’altro?
Il problema è proponibile solo in due modi[*]:
1.       Quanto di qualcosa occorre per ottenere qualcos’altro?
2.       Con tutto il qualcosa a disposizione quanto di qualcos’altro è ottenibile?
Questo è quanto con due variabili. In un sistema a “n” variabili l’attenzione nel distinguere ciò che cambia e ciò che deve star fisso è essenziale e spesso le scelte fanno affogare il Decisore politico in un mare di guai.
Un caso reale riguarda chi sostiene che si risparmia facendo debiti: ed ecco la bomba dei subprime! Negli anni ottanta del secolo scorso c’era chi era convinto che il salario fosse una variabile indipendente: ecco l’inflazione a due cifre! Ancora oggi c’è chi pensa che diminuendo l’età pensionabile, si dà lavoro ai giovani e aumentando le tasse ai ricchi, diminuisce la povertà. Il guaio più grosso che incombe in questi nostri ultimi tre secoli è credere di tenere elevati i consumi per ottenere la piena occupazione.
Queste sono teorie modaiole (alcune delle quali secolari) sostenute non dalla logica, ma da una dialettica insidiosa e intellettualmente disonesta. Questa dialettica produce Derivazioni ovvero teorie demenziali sostenute da un intellettualismo disonesto.
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[*]1. considerata in John Maynard Keynes, 1º barone Keynes di Tilton; Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta del 1936 2. considerata in Richard Khan in Teoria generale dell'occupazione, dell'interesse e della moneta del 1931.

I Residui

I Residui rappresentano la processualità dell'agire. I Residui costituiscono un insieme di molti fatti che sono classificati secondo le analogie che vi si trovano. Pareto individua sei classi ognuna delle quali suddivisa in più sottoclassi o generi.  I Residui sono gli elementi essenziali che interagiscono nelle dinamiche che si manifestano nel costituirsi degli equilibri sociali.
La coppia Classe I -  Istinto delle combinazioni e Classe II - Persistenza degli Aggregati, richiamata tanto nella formula del Processo Sociale (Ps), quanto in Tabella C, è la più importante, e le sottoclassi che vi sono contenute, sono quelle che si ripetono nei Residui delle altre classi e che costituiscono altri due raggruppamenti ciascuno:

Tab E – Raggruppamento dei Residui


La teoria dei Residui è descritta in più di trecento pagine e occupa l’intero secondo volume del Trattato. La nota bibliografica comprende più di duemila opere citate nel testo per le parti che competono alla paziente ricerca dell’Autore.
La classificazione sopra accennata deriva dal metodo che Pareto scelse nel mettere ordine tra la miriade di casi esaminati col rigore scientifico che era d’uso ai suoi tempi. La tassonomia linneana, per le scienze naturali, la classificazione degli elementi chimici di Mendelieev sono le guide sulle quali Pareto si pose per individuare le uniformità che appaiono nelle manifestazioni sociali degli uomini, quali si sono succedute dai tempi mitici, a quelli storici e sino al momento in cui visse. Osservò ogni traccia utile per collocarle nelle Classi da lui stesso individuate in questo immenso materiale. A tal fine, seguì un procedimento deduttivo praticato sulle Derivate estratte dalla storia, dalle quali indusse la formulazione dei Residui separandoli dalle Derivazioni, ottenendo rispettivamente l’enunciazione di atti ricorrenti costanti, da una parte, e modelli verbali per esporre argomentazioni contingenti, teorie svariate tutte da considerare come variabili, dall’altra. Il grande sociologo concluse l’opera col tracciare sei Classi di Residui intese come tipicità univoche che caratterizzano tutte le manifestazioni umane. Secondo logica, c’è analogia con le classi in botanica e zoologia, con la differenza che i Residui sono astrazioni ricavate dall'osservazione sugli atti degli Uomini, mentre quelle sugli animali sono entità concrete misurabili per gli effetti che emanano. Ossia, mentre gli animali manifestano in modo prevalente l’Istinto di sopravvivenza e di conservazione della specie, e tale istinto appare costante e presente in ogni loro manifestazione, nell’uomo, invece, questi stessi caratteri, seppure presenti, sono filtrati, della Ragione, dagli altri Istinti sotto suo controllo e dai Sentimenti che costituiscono la specificità umana. Infatti, con riferimento allo schema del Profilo umano (in Figura 3), nell’animale, il pilastro corrispondente a Sentimenti - Intenzioni e l’area della Coscienza,è da considerarsi del tutto assente [3].
Limito a qui l’esame di questa vasta materia, perché ritengo già compiuto il percorso dell’individuazione dei Residui dall’insieme caotico nelle manifestazioni umane, mentre ritengo più utile ricavare dai Residui, alcuni modelli perché gli Uomini gestiscano in modo più efficiente i comportamenti e le loro azioni che, come è evidente, hanno fonte, quasi per intero, nell’Area della Coscienza.
Quindi, anziché riesaminare questa documentazione, ritengo più utile ricavare da ogni fatto umano il corrispondente Residuo proprio perché, come per i biologi e i chimici, esiste questa geniale classificazione, che ancora oggi sembra essere non sufficientemente apprezzata.
Ritengo che l'enunciazione delle classi sia sufficientemente intuitiva e, quindi, procedo nel trascrivere una breve nota per ciascuna di esse e a fornire dopo qualche esemplificazione solo per le parti che, dal mio punto di vista, potrebbero risultare di più difficile interpretazione.
1.       Istinto delle combinazioni: quando l'uomo stabilisce regole, innova, mette in atto la sua tendenza al ragionamento.
2.       Persistenza degli aggregati: questo residuo forma con il precedente, una prima coppia di termini opposti. Infatti conferisce stabilità ai rapporti, ponendosi alla base dell'ordine e del rafforzamento di quanto stabilito; esprime il senso di appartenenza (al gruppo, alla collettività, a un luogo) e dell'identificazione; il bisogno fondamentale di sostenere i legami che danno senso alla vita.
3.       Bisogno di manifestare con atti esterni i sentimenti: L'incessante fluire dei sentimenti trova riscontro esteriore negli atti, ma certi atti hanno il "magico" potere di evocare i sentimenti. Un’importante sottoclasse è l'esaltazione religiosa.
4.       Residui in relazione con la socialità: Sono i percorsi tortuosi e contraddittori dei legami sociali che nascono dal bisogno di creare società particolari (spirito di setta), di uniformità (spirito mimetico) e dai sentimenti di pietà, crudeltà, di gerarchia, ascetismo (imporre il male a sé per il bene altrui).
5.       Purificazione: Ripristino di una condizione precedente; ripristino dell'integrità ovvero azioni per eliminare gli effetti del male (ciò che tale viene creduto) prodotto o subito.
6.       Residuo sessuale: Azioni e fenomeni più disparati che coprono il bisogno di pervenire all'accoppiamento. E' un istinto che si nasconde spesso sotto la veste di ascetismo: c'é gente che predica la virtù per avere l'opportunità di fermare il pensiero sui congiungimenti sessuali. Ritengo di comprendere in questo residuo ogni fenomeno o azione prodotta dal malcostume o da comportamenti incompatibili con la morigeratezza.

Riporto in appendice la classificazione dei Residui e delle Derivazioni come come rispettivamente elencati dal § 888 e dal § 1419 del del Trattato.



Residui (§ 888)
I residui rappresentano la processualità dell'agire.
I residui (a) costituiscono un insieme di molti fatti che sono classificati secondo le analogie che vi si trovano. Pareto ne individua sei classi ognuna delle quali si suddivide in più sottoclassi o generi.
Classe I (§ 889 a § 990)
Istinto delle combinazioni
(I-α) Combinazioni in generale.
(I-β) Combinazione di cose simili od opposte.
(I-β1) Somiglianza od opposizione in generale.
(I-β2) Cose rare ed avvenimenti in generale.
(I-β3) Cose ed avvenimenti terribili.
(I-β4) Stato felice unito a cose buone; stato infelice, a cattive.
(I-β5) Cose assimilate producenti effetti simili all’indole propria, rare volte opposti.
(I-γ) Operazione misteriosa di certe cose e di certi atti.
(I-γ1) Operazioni misteriose in generali.
(I-γ2) Nomi vincolati misteriosamente alle cose.
(I-δ) Bisogno di unire i residui
(I-ε) Bisogno di sviluppi logici
(I-ζ) Fede nell’efficacia delle combinazioni
Classe II (§ 991 a § 1088)
Persistenza degli aggregati
(II-α) Persistenza delle relazioni di un uomo con altri uomini e con luoghi.
(II-α1) Relazioni di famiglia e di collettività affini.
(II-α2) Relazioni con luoghi.
(II-α3) Relazioni di classi sociali.
(II-β) Persistenza delle relazioni dei viventi coi morti.
(II-γ) Persistenza delle relazioni di un morto e delle cose che erano sue mentre era in vita.
(II-δ) Persistenza di un’astrazione.
(II-ε) Persistenza di un’uniformità.
(II-ζ) Sentimenti trasformati in realtà oggettive.
(II-η) Personificazioni.
(II-ΰ) Bisogno di nuove astrazioni.
Classe III (§ 1089 a § 1112) 
Bisogno di manifestare con atti esterni i sentimenti
(III-α) Bisogno di operare manifestantesi mediante combinazioni.
(III-β) Esaltazione religiosa

Classe IV (§ 1113 a § 1206)
Residui in relazione colla socialità
(IV-α) Società particolari.
(IV-β) Bisogno di uniformità.
(IV-β1) Uniformità ottenuta operando su se stesso.
(IV-β2) Uniformità imposta agli altri.
(IV-β3) Neofobia.
(IV-γ) Pietà e crudeltà.
(IV-γ1) Pietà di sé riflessa sugli altri.
(IV-γ2) Ripugnanza istintiva per la sofferenza.
(IV-γ3) Ripugnanza ragionata per le sofferenze altrui.
(IV-δ) Imporre a sé un male per il bene altrui.
(IV-δ1) Esporre la vita.
(IV-δ2) Fare parte altrui dei propri beni.
(IV-ε) Sentimenti di gerarchia.
(IV-ε1) Sentimenti dei superiori.
(IV-ε2) Sentimenti degli inferiori.
(IV-ε3) Bisogno dell’approvazione della collettività.
(IV-ζ) Ascetismo.
Classe V (§ 1207 a § 1323)
Integrità dell’individuo e delle sue dipendenze
(V-α) Sentimenti che contrastano colle alterazioni dell’equilibrio.
(V- β) Sentimenti di eguaglianza degli inferiori.
(V-γ) Restauro dell’integrità con operazioni attinenti agli individui di cui l’integrità è stata offesa.
(V-γ1) Soggetti reali.
(V-γ2) Soggetti immaginari od astratti
(V-δ) Restauro dell’integrità con operazioni attinenti a chi l’ha offesa.
(V-δ1) Offensore reali.
(V-δ2) Offensore immaginario.
Classe VI (§ 1324 a § 1396)
Residuo sessuale
Il semplice appetito sessuale, benché operi potentemente nella razza umana, non ci deve preoccupare, qui … Dobbiamo soprattutto studiare il residuo sessuale di ragionamenti e di teorie. In generale questo residuo e i sentimenti dai quali trae origine si incontrano moltissimi fenomeni, ma sono spesso dissimulati, in specie presso i popoli moderni.

Derivazioni (§ 1419)
Le Derivazioni sono teorie o argomentazioni che gli uomini sentono necessario esprimere nell'interagire tra loro per dare una motivazione ai loro atti.
Al riguardo Pareto dispone le teorie secondo l'indole delle loro dimostrazioni.
Classe I  (§ 1420 a § 1433)
Affermazione
(I-α) Fatti sperimentali ed immaginari 
(I-β) Sentimenti
(I-γ) Misto di fatti e sentimenti
Classe II (§ 1434 a § 1463)
Autorità
(I-α) Autorità di in uomo o di più uomini
(II β) Autorità della tradizione, di usi e di costumi
(II- γ) Autorità di in essere divino o di una personificazione
Classe III (§ 1464 a § 1542)
Accordo con sentimenti o con principi
(III-α) Sentimenti
(III-β) Intereresse individuale
(III-γ) Interesse collettivo
(III-δ) Entità giuridiche
(III-ε) Entità metafisiche
(III-ζ) Entità sovrannaturali
Classe IV (§ 1543 a § 1686)
Prove verbali
(IV-α) Termine indeterminato per indicare una cosa reale, e cosa indeterminata corrispondente ad un termine 
(IV-
β) Termine indicante una cosa che fa nascere sentimenti accessori, o sentimenti accessori che fanno scegliere un termine
(IV-
γ) Termine con più sensi [e varie cose con un sol termine]
(IV-
δ) Metafore, allegorie, analogie
(IV-
ε) Termini dubbi, indeterminati, che non hanno corrispondenza nel concreto

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