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25 febbraio 2018

Il "bon prix" dei grani.

Mi è appena giunto il libro di Marco Minerbi “La cultura politica nell’età dei lumi – da Rousseau a Sismondi e mi affretto ad aprirlo a pagina 138 dove leggo che i fisiocratici avevano propugnato il “bon prix” dei grani. Costoro, nello scambio tra “classe sterile” e classe produttiva, avevano individuato uno dei momenti essenziali dell’intero processo dell’economia. Ludovico Anton Muratori era portavoce di tale prassi che fu tradizionalmente seguita dai vari Stati italiani nel XVIII secolo come trattatistica generale del Principe sul governo. 
Tengo per fermo — scriveva Muratori —, che non v'abbia Città e paese, la quale non sia provveduta d'ottimi regolamenti, per avere la competente provvisione, e se si può, anche l'abbondanza del Grano, Farine, e Pane pel mantenimento del Popolo sì urbano che forense. Che una delle primarie applicazioni d'ogni saggio Governo abbia da essere questa, non c'è chi nol conosca e confessi perché la base principale della Pubblica temporale Felicità consiste nella vita de' Cittadini: vita che non può quasi sussistere senza Pane, di qualunque sorta che sia; né c'è cosa, che più rallegri e tenga quieto il basso Popolo, come l'abbondanza de' viveri, e se mai si può, il Pane a buon mercato. Ne' tempi di carestia allora principalmente ha da farsi conoscere il paterno zelo de' Principi, e l'attenzione de' Magistrati a fin di soccorrere al bisogno del Popolo. Occorre spogliar d'oro il paese? tutto sarà bene speso allora, per salvar la vita del Popolo. Ora dansi Città, le quali non meno in tempi di penuria che d'abbondanza così saggiamente si governano, che nulla mai manca di Grano, Farina, e Pane; e questi a prezzo giusto, cioè proporzionato alla maggior o minor felicità de' raccolti. Sono anche da lodare quelle Città, dove il Governo tiene in sua balia tutto il diritto di spianare il Pane pubblico, mantenendolo sempre al medesimo prezzo, tanto nell'abbondanza che nella carestia: dal che regolarmente risulta poca perdita e molto guadagno al Governo. (...)
I Mercanti di Grano, e i benestanti non pensano che a vendere il più caro, che possono, le loro derrate. I Fornai anch'essi nulla più cercano, che d'ingrassarsi nel loro mestiere. Chí proteggerà la povera gente, se non son coloro, che per ordine del Principe soprintendono all'Annona?
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Non voglio fare apologia per nessuno, ma nel 36 del secolo scorso il duce si scriveva con la maiuscola perché, con le sanzioni soprattutto rivolte alla perfida Albione, abolì la brevettabilità dei medicinali e del seme. Al riguardo istituì i Consorzi agrari.


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