Sempre attuale

Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

10 febbraio 2017

Incardinamento del nucleare

Formazione del killer umanitario
La consapevolezza della persona si forma nell’essere sottomessi a vincoli per la conservazione di equilibri nei rapporti interpersonali e associativi. L’etica agisce sulla coscienza dei singoli e si codifica nel gruppo attraverso regole che, nel divenire non conformi ad esse, conducono all’espulsione.


L’etica diviene tanto più complessa quanto più sono elaborate le conoscenze richieste per l’esecuzione degli atti. Il codice etico non può prevedere doveri: gli atti degli associati sono vincolati all’uso conforme di strumenti a regole inderogabili di esecuzione. Chi non si adegua a queste regole esce dal gruppo: l’associato di a dal gruppo A, l’associato b dal gruppo B … 
Escono dai loro gruppi, e mutano in persone nude di censo per unirsi ad altri che, soggetti ad un ciclo di formazione o di aggiornamento, devono riqualificarsi per accedere rientrare o cambiare gruppo.
E’ il caso di coloro che debbono lasciare un'occupazione per fatti di obsolescenza, o per scarsa competitività nel settore in cui operano: la causa sta nel non essersi adeguati o sono stati ostacolati nel cambiamento.

L’etica ha un valore universale e gli eventi storici confermano che le azioni umane si svolgono secondo principi che nascono dal diritto naturale che condizionano due istinti, l’uno riguardante tutte le specie viventi della natura, l’altra peculiarmente la Persona: il primo è l’istinto della conservazione della specie, il secondo, la coscienza di esistere che si sviluppa nel gestire le scelte per soddisfare i bisogni nei modi individualistici, comunitari e sociali.
Ora constatiamo che gli uomini agiscono tra i cardini di una doppia cerniera attorno alla quale l’accesso al soddisfacimento dei bisogni è ostacolato  dall’osservanza di regole cogenti che fanno scorrere la porta in modo corretto senza farla cigolare e bloccarla con azioni ambigue nel decidere da quale parte sia da apporre lo stipite.
Questa porta è incardinata all'ambiente che ci protegge dalla natura. Aprirla implica il fatto che dobbiamo vestire abiti appropriati tanto per partecipare ad una festa campestre col rischio di un temporale, quanto nell'operare in una centrale nucleare, col rischio che troppo bene immaginiamo. 
Abito: ecco il punto dal quale iniziare per rendere sicura la nostra esistenza! 
Abito non è solo il vestito che ci protegge dal freddo, dal caldo, dal secco o dall'umido. 
Oggi non serve nemmeno esser vestiti per combinar disastri.
Droni e robot telecomandati senza abito mentale umano ci terrorizza.
°°°
Io sono per il nucleare ma solo se il progetto e il percorso operativo sia condotto per l'intero ciclo di vita prefissato sulla base di conoscenze mirate alla necessità e alla sufficienza e non all'efficienza stimata in termini finanziari. La confusione tra fini stabiliti per necessità e sufficienza - e mezzi determinati dalla finanza e moneta, è la iattura che ereditiamo dai secoli del mercantilismo dominato dalle Nazioni più ricche perché "virtuose" nel sostituire il capitale al lavoro e alimentare il dumping sociale.
-->

Nessun commento:

Posta un commento