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Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

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23 agosto 2016

La piramide di Maslow (*)

Nel 1954 AbrahamMaslow immaginò una piramide che ha per base, la fisiologia, al vertice l’auto realizzazione e, tra la prima e l'ultima, posti in scala ascendente, la sicurezza, l’appartenenza e la stima. Credo che non vi sia altro da aggiungere agli stimoli, ai bisogni e ai desideri. 
Tuttavia gli elementi sembrano essere collocati in modo arbitrario: sono scalati secondo un ordine che fa della fisiologia l'origine e l'unica ragione di essere "umano". Infatti, i bisogni e i loro livelli considerati sul piano della necessità o del desiderio sono interdipendenti e non valutabili in termini quantitativi e qualitativi, perché ogni persona ha un proprio gusto ed esercita le preferenze in ordine a considerazioni di natura etica, estetica o passionale secondo un propria scala di valori.

Più aderente alla realtà dei fatti, appare considerare i bisogni sul piano delle opportunità orientate da valutazioni soggettive formulabili sulle aspirazioni che formano il progetto individuale di vita.
Maslow considera che i bisogni formino una relazione biunivoca con gli standard che nascono dalle valutazioni i marketing e commerciali.  Considerare al vertice l’autorealizzazione, e, alla base, la fisiologia, ha senso solo se fossimo api o formiche.

La persona, invece, è esemplare “unico” secondo un profilo di preferenze riguardo ai beni “immateriali”, “materiali” e “strumentali” considerati per esser loro solo ofelimi e scevri dal loro valore di scambio, di consumo o di accumulo di ricchezza. 
Per rendere l’idea, i desideri, e le opportunità per soddisfarli, abbracciano i sentimenti del “se potessi avere …” ovvero “… del voglio ma non posso” e dal "... posso ma no voglio", ambiti che sono propri del nostro animo al momento di esprimere o realizzare un desiderio.

E’ il caso di sottolineare che la piramide di Maslow è tuttora usata nella pianificazione economica e sociale. Le nostre democrazie tendono a accogliersi attorno a pochi “eletti – nominati” che possono autorealizzarsi, e tanti, suddivisi in classi di predestinati che non possono salire sul ripiano della sicurezza da quello della fisiologia; sul ripiano dell’appartenenza, da quello della sicurezza; sul ripiano della stima dal ripiano dell'appartenenza;  infine per realizzarsi nell'etica auto referenziata circoscritta al peana del "problem solving" sorgente dalla creatività e dalla spontaneità coniugate in assenza di pregiudizi.

Direi proprio che, in Italia, oggi, le classi, ora suddivise in varie categorie secondo i gradi di protezione e di censo, si smembrano al punto che, anziché salire al vertice della piramide, scendono.
I notabili che necessitano di stima, pretendano l’appartenenza; i soggetti riuniti in sindacati, corporazioni e cooperative, chiedono sicurezza; anche imprenditori, professionisti, artigiani, contadini e loro dipendenti, nonché le persone inattive che vivono di pensione o di rendita si riducono all'esistenza fisiologica.
E' ancora in atto la lotta di classe: è tempo di cedere le armi perché ognuno metta in cima delle aspirazioni la dignità e la consapevolezza di esistere per sé e per gli altri.


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Capitolo 12 di Oltre il tempo Vo. II - Persona e Società*
* I capitoli sono mostrati su questo blog, aggiornati per essere pubblicati successivamente su 
I testi definitivi possono essere ritirati, prima della loro pubblicazione.
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