Sempre attuale

Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

04 agosto 2013

Tre assiomi per una pacifica convivenza umana

Nelle tre proposizioni che formano questo post, riassumo le basi senza le quali non è possibile formulare una teoria sociale volta a conseguire una qualità di vita
adeguata al livello scientifico e tecnologico raggiunto dalla umanità.

Solomeo
1. Si nasce liberi. Non si nasce col diritto di essere liberi! Se ho diritto, di essere libero, vuol dire che la mia libertà è strutturata secondo norme che esulano dalla deontologia e, allo stesso tempo, coatta a tal punto, che gli atti stessi, anche quelli senza rilevanza sociale, non sono più il prodotto di scelte personali ma forzature che offendono l’autonomia operativa che è il motore dell’autodeterminazione. 
In sostanza, nell'immanente, il costo sociale della libertà è costituito dai vincoli che i soggetti riuniti in società sono disposti o costretti a sopportare per la conduzione dell’esistenza volta ad ottenere cambiamenti sociali che siano realmente al servizio di ogni persona e di tutta la persona (*). Nel trascendente, c’è tutto il resto: la persona e la sua esistenza, e, senza alcun vincolo, la libertà, mancando la quale subentra la paura.


2. La proprietà nasce dal sentimento inviolabile di possesso di tutto ciò che si fa, si produce e si dispone. Questo sentimento coinvolge la libertà di negoziare ciò che si ha, violata la quale si sconvolgono gli assetti individuali che costituiscono le basi per il soddisfacimento del bisogno sin dal non esserne più liberi, ma vincolati. La proprietà dei beni nel territorio nazionale riguardanti le funzioni essenziali dello Stato e la sua sicurezza, è pubblica sino a quando si rende disponibile per essere conferita in proprietà o data in concessione a privati.

3. La cultura è un valore universale che si manifesta per l’interesse che suscita indipendentemente dal fatto che abbia origine pubblica o privata. L’intervento pubblico non può interferire con la scelta dei contenuti culturali che derivano dagli orientamenti delle persone singole che traggono origine dagli usi, dai costumi, dalle tradizioni e dalle radici della storia. Al riguardo, l’élite al potere tende invece a imporsi in modo autoritario con ordinamenti politici d’ispirazione ideologica; al contrario, laddove necessario, essa dovrebbe assecondare il cambiamento come propagatrice di cultura sollecitando i cittadini a raccogliersi attorno ad istituzioni volontarie di carattere associativo da finanziare senza sottrarre dai redditi risorse per scopi esistenziali primari. Occorre che si diffonda la convinzione che la carità, che esige e rende capaci della pratica della giustizia, sia il più grande comandamento sociale. La cultura intesa come motore della solidarietà sociale, deve quindi vivere e prosperare sotto forma di offerta non condizionata da vincoli politici, giuridici, sociali ed economici; deve peraltro sottostare all’etica che gli operatori e i fruitori condividono e considerano essenziali al vivere civile e, più in generale, al rispetto della libertà di tutti. Cultura e società sono il binomio che costituisce il terzo assioma che regge il paradigma della persona nella società.

-------------------
(*) Le parole in corsivo sono tratte dal Catechismo della Chiesa cattolica.
-->

Nessun commento:

Posta un commento