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Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

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27 agosto 2012

Distopia

La mancanza di coscienza porta all'isola che non c'è: ma il suo nome non è utopia, luogo dove tutto è come dovrebbe essere: buono,  bello e attraente; ma alla distopia, che è l'esatto opposto, cioè un un luogo spiacevole e indesiderabile.


Pochi giovani appartengono al mio target e, in loro, vorrei suscitare qualche interesse per gli argomenti che tratto! Di passato ne porto assai sulle spalle, ma, nel presente, in questi tempi di grandi eventi, occorre esser pronti a comprendere ciò che realmente accade e ciò accomuna tutti i viventi anche gli anziani, specie se sentono di essere ancor giovani di spirito. Nel nostro immediato futuro, si dovrebbe aprire un qualche spiraglio che ragionevolmente ci consenta di sperare in un mondo dove l’esistenza possa scorrere più serenamente e ci conceda di assecondare, con ogni nostra pur piccola azione, le iniziative dei pacificatori e dei costruttori, ovvero, di chi fa ed è capace di ricondurre alla normalità i rapporti umani suscitando meno egoismi, meno contrasti, meno incomprensioni e meno ostilità.

Secondo me, i segnali indicano che sia in corso una profonda trasformazione, sia pure ostacolata da tenaci resistenze per frenare ogni azione verso chi si indirizza su questo percorso che ci porterà, comunque, prima o poi (ne sono sicuro!), a godere di una migliore qualità di vita grazie soprattutto ai mezzi di scienza e tecnologia oggi indispensabili per vivere.
Però attenzione! Non viviamo per la scienza e per la tecnologia, ma scienza e tecnologia sono le opzioni per migliorarci. Oggi, non ci serve più lo schiavo, l’uomo oggetto, ma l’uomo soggetto, libero di conseguire un fine di altissimo profilo in una società che sa coniugare il reale quotidiano con un proprio paradigma di benessere e felicità.
°°°
E’ in molti la convinzione che la religione, per definizione, sia integralista, mentre la scienza vive nel dubbio, nella ricerca della verità» (…) La religione impedisce di ragionare mentre la scienza vive nella ricerca della verità. Sono mondi molto lontani.[1]
Queste due frasi danno l’impressione assai preoccupante specie per chi le pronuncia. L'errore consiste nel fatto che lo scienziato vive sì nel dubbio, ma non può, né deve cercare la verità! Lo scienziato scopre rapporti esistenti tra cose e fenomeni e sperimenta all’inverosimile per ottenere certezze: ma, se esula dalla sperimentabilità, crea un circolo improduttivo di ragionamenti ed entra a far parte degli apodittici circolari! Oggi esiste una nuova filosofia: la filosofia della scienza. Oibò! Ma se la scienza è una derivazione della filosofia, come si fa a speculare sulla filosofia insita nella scienza stessa? Se la fisica è scienza, si dovrebbe dedurre che la filosofia della fisica includa nella fisica la stessa metafisica rifiutata dalla fisica perché tratta fenomeni non ordinabili in forma statistica.
L’approccio alla fenomenologia antropologica non può accettare l’impostazione da  cui si parta dal presupposto che siano praticabili filosofie della psicologia, dell’economia e della sociologia. Queste scienze non consentono la ricerca pura che condurrebbe all’utopia, ma consistono nella ricerca vincolata a una deontologia preesistente, proprio perché la Verità che le sostiene è insita in Fenomeni non giudicabili né giustificabili da nulla se non dal loro stesso prodursi. Chiunque eserciti la professione nel campo sanitario, ad esempio, dovrebbe farsi obbligo di guarire i malati; non di cercare la verità! Così anche il poliziotto cercare il colpevole, e non la giustizia in sé stessa inventandosi un colpevole; e il fisico  proseguire le ricerche nella fusione fredda, ma non quella di voler riprodurre il big bang che, a quanto sembra ragionevole pensare, fu un evento unico che fantasiosamente si immagina coincidente con l'origine dei tempi.
Il principio di laicità esclude dal sociale la spiritualità che in massima parte si porta  appresso  attività materialmente non utile, perché diacronica nel tempo reale. Occorre anche considerare che  un’etica senza ontologia[2]  non possa sussistere senza una Coscienza costruita su Sentimenti ispirati alla Religione, alla Morale e all’Estetica: un tutto che segue un'evoluzione molto lenta. Un progetto senza Fede è frutto del Male e del Brutto. La mancanza di coscienza porta all'isola che non c'è: ma il suo nome non è utopia, luogo dove tutto è come dovrebbe essere: buono,  bello e attraente; ma alla distopia, che è l'esatto opposto, cioè un un luogo spiacevole e indesiderabile[3].


BINGOOOOO!



[1] Dichiarazioni del Prof. Umberto Veronesi a Sky Tg 24 nel pomeriggio del 4 febbraio 2010.
[2] Si tratta di un’Etica che considera l’esistenza immanente dell’uomo conforme ai principi sovrannaturali scaturenti dalle fonti religiose monoteistiche e teologiche oggi più diffuse.
[3] Il contenuto del presente capitolo riguardante le convinzioni che hanno ispirato l’intero decorso del mio progetto di Oltre il tempo - Uomo e Persona e Oltre il tempo - Persona e Società, vuole essere conforme all'affermazione “sia il conoscere che l’agire umano è regolato dall’essere” contenuta al n. 98 della Lettera Enciclica “Fides et Ratio” di Giovanni Paolo II, data a Roma il 14 settembre 1998.
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