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30 ottobre 2009

Il rasoio di Ockham

Penso di vivere in un’epoca sostanzialmente simile a quella agli inizi del XIV secolo, durante la quale, nella disputa tra papa, imperatore e i nuovi poteri delle monarchie nazionali e delle città, che si ponevano spesso allo stesso livello dei poteri "universalistici" di papa e imperatore, Guglielmo di Ockham si oppose sia alle tesi ierocratiche di Bonifacio VIII, sia a quelle della laicità dello Stato di Marsilio da Padova. Secondo lui autorità religiosa e civile dovevano essere nettamente separate perché finalizzate a scopi diversi, così come diversi erano i campi della fede e della ragione.
Nella disputa sugli “universali” Ockham intervenne con lo spiegare , attraverso l'applicazione del principio economico dell'eliminazione dei concetti superflui, una realtà intesa volontaristicamente.
Mediante questo procedimento, sinteticamente definito il Rasoio di Ockham, l'intelletto umano può e deve liberarsi di tutte quelle astrazioni che erano state ideate dalla scolastica medioevale.*

Facciamoci la barba e puliamoci la mente

In una realtà sottesa dalla volontà umana, si usa abitualmente osservare, assemblare, contare, confrontare o separare gli elementi che la formano al fine di costruire lo schema logico delle decisione.
Il Rasoio di Ockham interviene nel considerare valido l’insieme degli elementi scelti uno ad uno nella realtà, attraverso un metodo che ha la funzione di ridurli allo stretto necessario e sufficiente per rendere l’esito di un processo decisorio corrispondente ad uno scopo prefissato. Il metodo ha una triplice caratteristica e suggerisce, nei confronti della realtà osservata, 1. di « Non moltiplicare gli elementi più del necessario»; 2. di « Non considerare la pluralità se non è necessario.»; 3. di «rendere inutile fare con più ciò che si può fare con meno.»
Il metodo consiste nel considerare ogni elemento del processo come 1. fattore da non usare per aumentare in proporzione geometrica dati o atti che non servono o che disturbano; 2. come addendo ad un insieme eterogeneo di altri elementi in conflitto tra loro, 3. come azioni mirate ed efficienti senza metterne in atto altre inutili o dannose.
Il tutto sembra di una banalità disarmante, e, di fatto, sembra che dalla logica insita nelle tre proposizioni formulate da Guglielmo di Ockham, difficilmente esca qualcosa di diverso di prescrizioni astensive dal fare cose inutili.
Eppure, a me sembra che nel pensiero di questo filosofo sia contenuto un importante strumento logico per contrastare l’inutile dialettica che agita la realtà oggi ancora vista attraverso le ideologie che propongono comportamenti ispirati alle pulsioni di un mondo edonistico avvolgente sensi e sentimenti in un unico caotico sistema nel quale la volontà non va oltre ad esprimere ozio, ignavia, accidia e disprezzo. Oggi sembra vincente solo dar corpo ai propri desideri, con la pretesa che ogni appassionata bramosia sia considerata come un diritto svincolato da obbligazioni. Se le istituzioni scivolando verso forme di barbarie irreversibili,continueranno ad assecondare la ricerca della verità senza consapevolezza di una realtà trascendente, la nostra decadenza sarà inevitabile.
Con l’impegno di fugare seriamente questa drammatica prospettiva, sembra opportuno riconsiderare l’azione politica non più sotto l’ombrello idealistico, ma rifarci ai tempi lontani in cui i comuni europei pretesero di avere voce sull’impero e sulla chiesa. Non basta affermare che il popolo è sovrano: il popolo pretende che il potere gli consenta di esprimere e di vedersi soddisfatta la richiesta di vivere liberamente le proprie scelte.
Le tre proposizioni di Ockham, suggeriscono di tornare sulla concretezza di un mondo dove le persone si comportano secondo ragione ed agiscono con la finalità di conciliare i reciproci interessi con spirito di solidarietà e amore nel pieno rispetto dell’ambiente conservato a misura di uomo.
L’esperienza luterana dà segni di fallimento e non è più il baluardo ed il sostegno del retto vivere; ecco dunque compiuto il momento per rifarci al pensiero dei tempi in cu un frate filosofo inglese si inserì nella disputa sugli universali per dare voce a chi produce e lavora.
Evidentemente non si tratta del contrasto tra il Papa e l’imperatore (la laicità dello Stato è una cosa acquisita e consolidata), ma quella incentrata sul fatto dell’esistenza o meno di un potere spirituale che interferisce su quello temporale e quello dei detentori del capitale, dei media e della tecnologia, che operano nella città globale, costituita dal popolo degli imprenditori e dei lavoratori, già correttamente orientati su precisi obiettivi di sviluppo. Costoro rivendicano per sé la libertà di esistere e non quella di dover esistere.
Proprio questo popolo rivendica il potere di decidere!

Un esempio per l’uso del rasoio

Con un esempio desidero proporre le istruzioni per l’uso corretto del rasoio di Ockham. Qualche giorno fa è stata bocciata in parlamento una proposta di legge antiomofobica.
Ecco gli elementi già raggruppati e pronti alla rasatura.
1.            La costituzione europea vieta la discriminazione delle persone per il loro comportamento sessuale.
2.            In Europa e, in particolare in Italia, moltitudini (?) di persone commettono violenze contro gli omosessuali che esercitano di notte in modo chiassoso nelle vie della città.
3.            In Italia il fenomeno è particolarmente grave, quindi occorre prevedere un’aggravante penale per chi delinque nei confronti di omosessuali particolarmente soggetti ad essere colpiti dagli omofobi.
Si avvia il rasoio e si evidenzia che lo stesso errore è contenuto nelle tre proposizioni:

  1. l’art 21 della carta europea dei Diritti Fondamentali e della Cittadinanza prevede che ogni discriminazione è vietata anche sul sesso, la razza, il colore della pelle o l’origine etnica o sociale, le caratteristiche genetiche, la lingua, la religione o le convinzioni personali, le opinioni politiche o di qualsiasi altra natura, l’appartenenza ad una minoranza nazionali, il patrimonio, la nascita, gli handicap, l’età o le tendenze sessuali.
  2. E’ necessario moltiplicare in tanti l’elemento discriminazione, anziché generalizzare in modo proprio il concetto al fine che si vuole raggiungere (cioè prevenire la violenza del discriminatore)?
  3. perché la discriminazione omofobica è più virulenta in Italia che altrove occorre appesantire la pena in modo maggiore aggiungendola alle altre discriminazioni?3. se ne deduce che è inutile appesantire la pena per la risposta da dare a 2. anche perché è errato moltiplicare gli elementi in 1. Il reato non è la discriminazione ma la violenza da punire con norme di diritto comune. Inoltre gli elementi sono elencati in modo scorretto perché sono messi sullo stesso piano tanto le opinioni personali su un tema qualsiasi quanto quelle su un tema religioso che tocca, nella sfera del trascendente, la sensibilità dei credenti in Dio di gran lunga in maggioranza rispetto agli atei.

… diamoci da fare.

Parlare di questi problemi è importante perché l'argomento filosofico e religioso torna ad essere fondamentale, considerando che la politica, d’ora in poi, dovrà essere a servizio del popolo, ovvero intorno a persone non più ghettizzate in classi, come dianzi ho scritto!
Coraggio, radiamoci barba e baffi e liberiamoci di ogni altra peluria ideologica che, invece, ora crescente intorno ad argomentazioni che – già da tempo - sarebbero dovuto essere coperte con veli impenetrabili.
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*In corsivo testo liberamente tratto da Wikipedia

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