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Risonanza, biforcazioni e fluttuazioni

  Sul dilemma tra necessità e possibilità, ritengo sia determinante l'intervento di Ilya Prigogine, laddove, nella processualità...

21 febbraio 2008

Un buon inizio

Nel post del 6 febbraio scorso intitolato “Al voto con sicurezza” chiedevo che le le prossime elezioni di aprile si svolgano in un clima politico diverso rispetto al passato. In particolare ho auspicato:
1. che le istituzioni si approntino ad operare secondo pochi e significativi principi di carattere generale da condividere nell’interesse di una maggioranza possibile e non di una minoranza di politicanti, 2. che i partiti possano operare in un clima di rispetto reciproco inducendo gli elettori a confidare che non avvengano manipolazioni nello spoglio delle schede elettorali e 3. che i programmi dei partiti corrispondano ad un'etica condivisa ed ai significati politici proposti; 4. che i partiti presentino candidati rispecchianti i requisiti richiesti perché il loro operato sia conforme al programma.Dopo quindici giorni - anche se la certezza nelle cose politiche non è mai regina – osservo che si sta manifestando qualche cambiamento in senso positivo rispetto alla tornata elettorale del 2005 che portò alla ribalta un governo che dopo pochi giorni dal suo insediamento iniziò a perdere il consenso senza alcuna possibilità di recuperarlo.
Qui non voglio cercare cause né formulare ipotesi su evidenti errori politici commessi contro l’economia e contro la società, ma osservare, sin dall’inizio della nuova campagna elettorale, come si articola prospetticamente la proposta politica sulla base di quanto ho scritto nei tre post che precedono questo che oggi sto scrivendo.
Nel primo: “Si può superare l’utilitarismo?”, osservavo che ancora oggi il dibattito politico si svolge - sotto un profilo strettamente utilitaristico - su classi di fattori, inquadrati singolarmente in ogni branca dello scibile umano e non sull’insieme dei fattori inquadrati in una logica antropocentrica.

Nel secondo:“Social liberalismo o liberalismo sociale?”, ho tentato di trarre tra le ideologie ispirate al liberalismo e al socialismo un legame che consenta di formulare un sostegno di idee perché entrambe queste condizioni siano soddisfatte al fine di conseguire una maggiore efficienza di reattività sociale nel gestire le risorse con obiettivi e priorità diversificati nel modo, ma comuni per le finalità:
- il socialismo perché tende realizzare il benessere sociale per una felicità che si presume di tutti;·- il liberalismo perché tende a realizzare il benessere di tutti nella società, per la felicità che ognuno pensa di realizzare per se stesso.
Nel terzo: “Propensione ad agire”, ho tratto dalla teoria delle azioni non logiche di Pareto il principio fondamentale che dovrebbe orientare l’azione politica, che si enuncia come segue:
data una certa disponibilità di risorse per soddisfare i bisogni, il processo politico per gestirle al meglio è mosso dal principio di ragionevolezza che caratterizza l'operare delle persone per conseguire obiettivi le cui finalità sono accettabili perché fondate su congetture ragionevoli, e, in modo che tutti abbiano coscienza dei rischi operativi. 
Mi spiego con due esempi.
  1. Se piove, è sperimentalmente certo che se apro l’ombrello non mi bagno la testa.
  2. Se voglio aumentare le mie disponibilità di denaro ho diverse opportunità a mia disposizione, ma tutte non mi danno la certezza che evolveranno in senso gradito. La ragione mi suggerisce di agire secondo il mio profilo di rischio: minimo se compro bot o cct, massimo se gioco a enelotto.
Consiglio a chi mi legge di osservare se tutti i propositi del passato governo hanno rispettato il suddetto principio, per concludere che, se avesse fatto il contrario di tutto, oppure non avesse fatto niente del tutto, sarebbe stato un ottimo governo!
Ma non voglio trattare questo argomento come già più sopra ho rilevato.
Voglio invece esaminare, durante questo nuovo percorso politico, se gli sviluppi seguiranno le linee che ho prospettato in questo post che riassume i tre che lo precedono.

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